INTRODUZIONE
di Edward Goldsmith
Questo volume è un importante contributo a un argomento che pochi
ecologisti contemporanei hanno preso seriamente in considerazione,
specialmente in Occidente, ma che è di grande importanza. Riguarda il ruolo
che la religiosità può e deve svolgere per salvare quello che rimane del
mondo naturale – che per i credenti è creazione di Dio – e che oggi viene
distrutto a un ritmo esponenzialmente crescente.
Come chiariscono i diversi autori dei contributi qui raccolti, un tempo
la religiosità permeava le persone di conoscenze e valori grazie ai quali la
custodia di questa creazione diventava la loro principale priorità. Tuttavia,
oggi la spiritualità è stata assai indebolita nel passaggio dal mondo tradizionale
a quello moderno, e malgrado il fatto che la maggioranza delle persone
continuino a professarsi “credenti”, essa non assolve più il suo ruolo
originario.
Fortunatamente, sempre più teologi ed ecologisti ritengono prioritario
che si riscopra la saggezza intrinseca alle antiche sapienzialità e religiosità
e si ravvivino le teologie cosmiche o ecologiche che una volta fornivano le
basi delle nostre rispettive tradizioni e che ora abbiamo largamente perduto
di vista. Forse non è una coincidenza che molti dei teologi e degli ambientalisti
che ora recuperano questa importante idea lo fanno del tutto indipendentemente
l’uno dall’altro.
Come disse Victor Hugo: “Niente è tanto potente quanto un’idea il cui
tempo è venuto”.