IL TERZO NUMERO DELL'ECOLOGIST E' IN VENDITA IN LIBRERIA
il nuovo numero dell'Ecologist

L'IGIENE CONTRONATURA

di Edward Goldsmith

In tutto il mondo i piccoli e tradizionali produttori e commercianti di alimenti stanno chiudendo a causa di nuove pesanti leggi governative che impongono spese fuori dalla loro portata in nome dell'"igiene". Ma la vera ragione è la volontà politica di farli chiudere, per consegnare alle grandi industrie alimentari anche la parte di mercato dei piccoli produttori.

"La scienza è la nuova religione e il disinfettante la sua acqua santa"

George Bernard Shaw

Diventa sempre più difficile sopravvivere, per i piccoli produttori e commercianti alimentari di ogni tipo, nell'economia globalizzata impegnata ad aumentare al massimo i mercati e lo sviluppo. Oltretutto la loro persecuzione è drasticamente aumentata con le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) che obbligano i governi ad aprire i mercati nazionali agli alimenti importati e di solito pesantemente sovvenzionati, in particolare dagli Stati Uniti. Ad esempio il prezzo della soia importata in India proveniente dagli Stati Uniti sarebbe di 34,8 dollari al quintale, invece degli attuali 15,5, se il governo americano non lo sovvenzionasse. Nessun contadino né in India né altrove può competere con questo prezzo. Un altro problema è che stiamo vivendo in un mondo sempre più dominato da enormi società, verticalmente integrate, che controllano sempre più ogni aspetto dell'economia. Infatti solo cinque società controllano il 77% del mercato dei cereali nel mondo, mentre solo tre compagnie controllano l'83% del mercato del cacao. Lo stesso vale per l'80% delle banane e l'80% del tè. In una situazione simile i piccoli produttori, nella maggioranza dei casi, devono comprare i loro mezzi di produzione (es. semi e concimi) da una qualche mostruosa multinazionale, alla quale poi sono anche costretti a vendere i loro raccolti e la quale è perciò nella condizione di decidere esattamente quale margine concedere al coltivatore. Non sorprende perciò il fatto che, per esempio, solo il 2% circa del prezzo che paghiamo per le banane in un supermercato vada al bracciante che le coltiva, il 5% al titolare dell'azienda agricola e il resto ai vari intermediari, ma con maggiore probabilità alle succursali di un'unica multinazionale. Le grandi compagnie possono anche permettersi di vendere sottocosto. Non importa loro di perdere denaro per un po'; in ogni caso per il tempo sufficiente a far chiudere i loro concorrenti piccoli o anche relativamente grandi. Wal-Mart, la più grossa catena di supermercati del mondo, è nota per comportarsi così. Quando apre in una nuova città spesso vende gli alimenti principali sottocosto. Il che basta a far chiudere i piccoli negozi e anche i supermercati più piccoli di lei della zona. Ma quando hanno chiuso il Wal-Mart aumenta i prezzi. Naturalmente lo stesso accade nei paesi del Terzo mondo, dove grandi esportatori americani, europei o giapponesi sono pronti a vendere sotto costo per far chiudere i produttori locali. Vandana Shiva la definisce "pseudo concorrenza"; la si può anche chiamare "dumping", che è illegale, ma è difficile vincere una causa contro questi giganti, le cui attività di solito hanno il pieno appoggio dei governi. In più, quando i piccoli produttori di alimenti riescono a trovare una nuova nicchia che consente loro di sopravvivere in un ambiente economico e politico così ostile, ciò viene permesso solo fintanto che la fetta di mercato non assume una dimensione tale da essere considerata dalle grandi compagnie abbastanza interessante da essere incamerata; cosa che poi fanno, ottenendo dal governo o dall'organizzazione internazionale competente nuove regole adatte ai loro obbiettivi.

In questo modo negli Usa, dove gli alimenti biologici sono diventati un mercato da 5 miliardi di dollari che cresce del 20% l'anno, le grandi compagnie non possono tollerare l'idea che questo mercato rimanga fuori delle loro grinfie e nelle mani di un mucchio di piccoli produttori locali, perciò nel 1999 hanno persuaso il Ministero dell'agricoltura americano (Usda) a proporre nuove regole che permettano di chiamare biologici gli alimenti che danno loro i maggiori profitti cioè quelli geneticamente modificati, irradiati, cresciuti su terreni "sterilizzati" con rifiuti tossici e con un alto contenuto di pesticidi, rendendo allo stesso tempo illegale a qualsiasi organizzazione non governativa di fissare livelli più restrittivi e perciò altre qualità di prodotti alimentari. Fortunatamente la fortissima reazione pubblica ha costretto l'Usda a ritirare la sua proposta, almeno per il momento. Tuttavia il solo fatto di avere osato proporre all'approvazione un regolamento così scandaloso mostra chiaramente fino a che punto il governo è pronto a sacrificare la salute del pubblico americano e quella del suo ambiente, per favorire gli immediati interessi delle multinazionali alimentari. Questo è solo un esempio di una tendenza molto più ampia presente oggi in tutto il mondo: la sistematica sostituzione di leggi e regolamenti che erano stati emanati per proteggere le piccole attività economiche, le economie locali, le comunità locali, la salute pubblica e l'ambiente, con nuove norme elaborate esclusivamente per favorire gli interessi immediati delle grandi compagnie multinazionali. Qui esamino solo un anello di questa catena di legislazioni; quello che impone ai piccoli produttori di alimenti costose installazioni che pochi si possono permettere e così la gran parte di loro viene fatta chiudere col pretesto che le loro attività sono antigieniche. Le nuove norme in materia d'igiene sono state varate nel 1995 dall'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), ma ai governi è stato concesso un periodo di cinque anni per applicarle. Queste regole sono state studiate per assicurare che la produzione alimentare si attenesse al metodo della Hazard Analysis e Critical Control Limit (Haccp), progettato originariamente dalla Pillsbury, una multinazionale alimentare che vende Haagen-Dazs e Burger King, su richiesta della Nasa che, all'epoca, voleva garantire la purezza degli alimenti a disposizione dei suoi astronauti. Negli anni '70 anche la Us Food and Drug Administration (Fda) adottò l'Haccp come sistema di controllo degli alimenti venduti sul mercato americano e nel 1991 fu adottato anche dal Codex Alimentarius, un'organizzazione delle Nazioni Unite che ha il compito di fissare gli standard di sicurezza alimentare5. Questa organizzazione, che è completamente controllata dalle multinazionali, come è stato accuratamente documentato nell'Ecologist, svolge attualmente il ruolo principale nel consentire alle grandi compagnie farmaceutiche di impadronirsi del crescente mercato degli integratori alimentari, in particolare quello delle vitamine, fino ad oggi rimasto in gran parte nelle mani di piccole imprese. In più, sia il Codex che l'Fda hanno mostrato chiaramente le loro vere priorità quando, a causa della forte pressione delle multinazionali, hanno autorizzato l'uso di ormoni sessuali nella carne e hanno accettato senza limitazioni la produzione e distribuzione di alimenti geneticamente modificati...